Mentre nel nostro paese continua la polemica perchè le indicazioni per la gestione dei pazienti Covid-19 al domicilio sono “ferme” a dicembre 2020, si rimane stupiti nello scoprire come in India le indicazioni degli esperti siano continuamente aggiornate alle più recenti evidenze scientifiche. Tra l’altro in Italia il Consiglio di Stato ha appena accolto il ricorso del Ministero della Salute contro l’ordinanza del TAR del Lazio risalente all’inizio del marzo scorso. Questa ordinanza confermava ai medici la possibiltà di “prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza”. In Italia dunque si ritorna, per i casi lievi al domicilio, alla gestione “vigile attesa” e “trattamenti sintomatici”. In questo contesto fa riflettere l’ultimo ed attuale documento pubblicato dal Ministero della Salute indiano e dalla Task Force Covid-19 indiana, del 22 aprile scorso. La gestione del paziente Covid-19 al domicilio prevede, non solo le comuni norme di igiene, l’attenzione all’idratazione, il controllo della febbre e dei parametri vitali, ma anche l’impiego di alcuni farmaci per i quali si è appena scoperto il beneficio.
La budesonide per via inalatoria
La Budesonide viene consigliata alla dose di 800 microgrammi due volte al giorno, per 5 giorni. La somministrazione non deve avvenire tramite areosol, ma attraverso i dispositivi inalatori che vengono comunemente usati per quelle patologie respiratorie come l’asma e la BPCO. L’utilità della Budesonide per via inalatoria è stata dimostrata in un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Lancet il 9 aprile scorso. Secondo questa studio nei pazienti trattati con questo farmaco si osserva un più rapido recupero dalla malattia, minore necessità di farmaci per il controllo della febbre, minore probabilità di avere ancora sintomi a distanza di tempo dall’infezione. Secondo il Dottor Giovanni Migliara, dirigente medico dell’Unità Operativa di Pneumologia del Policlinico di Milano e responsabile della Fisiopatologia respiratoria: “La budesonide agisce come antinfiammatorio topico. E’ verosimile che il cortisone topico almeno parzialmente inibisca la cascata infiammatoria, ostacolando quindi a livello polmonare quella che viene definita tempesta citochinica“. Dal punto di vista del meccanismo di azione il Dottor Giovanni Migliara spiega: “La budesonide in vitro riduce la replicazione dei rinovirus e recenti report su pazienti asmatici affetti da Covid confermano che l’inanalzione degli steroidi fornisce effetti protettivi“.
La pronazione al domicilio
Per pronazione si intende, per i pazienti Covid-19, il restare coricato “a pancia in giù” per del tempo più o meno lungo. Si tratta di una pratica impiegata in particolare nelle terapie intensive, anche in Italia, perchè diversi studi ne hanno dimostrato il beneficio sugli scambi respiraotri. Con la pronazione si facilita infatti, a livello polmonare, la ventilazione delle aree affette dalla malattia. Un documento pubblicato dal Ministero della Salute indiano spiega passo dopo passo quando impiegare la pronazione anche a casa e come eseguirla.
Nelle linee guida indiane viene consigliata la pronazione ai pazienti nei quali la saturazione dell’ossigeno scende sotto il 94%, pertanto è raccomandato avere a disposizione al domicilio il saturimetro per il continuo monitoraggio di questo parametro. Con l’aiuto di circa 4 cuscini viene consigliata anche la pronazione in decubito sul fianco, sia destro che sinistro, ed anche con lo schienale del letto rialzato. Evitare la pronazione se si è assunto cibo da meno di un’ora, e comunque mantenerla solo fino a quando è possibile tollerarla, senza forzature. La pronazione viene sconsigliata nelle donne in gravidanza, nei pazienti con importanti problemi cardiaci, in caso di problemi alla colonna vertebrale e fratture ossee. Nel documento viene anche sconsigliata nei pazienti ai quali è stata diagnosticata la trombosi venosa profonda, quando quest’ultima è in trattamento da meno di 48 ore.
Alcuni punti oggetto di discussione
Le linee guida indiane consigliano al domicilio anche l’uso dell’idrossiclorochina e dell’invermectina. Quest’ultimo è un farmaco antiparassitario che secondo uno studio pubblicato sulla rivista Chest sembra in grado di ridure la mortalità nei pazienti con severa polmonite Covid-19. Tuttavia alcuni esperti sottolineano come questi riscontri siano avvenuti in pazienti che già assumevano altri farmaci, e pertanto potrebbero esserci delle distorsioni dei risultati. Attualmente l’EMA, con una nota dello scorso marzo, sconsiglia l’uso di invermectina al di fuori degli studi clinici. Riguardo l’idrossiclorochina i benefici non sono chiari, mentre sono noti diversi effetti tossici. Pertanto anche l’AIFA ne sconsiglia l’impiego nei pazienti Covid-19.
Il ruolo della stampa locale
Le indicazioni per la gestione del Covid-19 al domicilio sono diffuse anche dalla stampa locale. L’edizione di Mumbai del quotidiano Hindustan Times di oggi 26 aprile riporta delle indicazioni sulla gestione della malattia, redatto da un comitato di volontari esperti nominato “India COVID SOS”. Si conferma il ruolo della pronazione, e della budesonide per via inalatoria. Raccomandata una adeguata idratazione, e la continua ventilazione dei locali dove risiede la persona affetta dal coronavirus. In un paese in piena emergenza sanitaria per la presenza della nuova variante B.1.167, è evidente lo sforzo comune di istituzioni e medici per dare informazioni univoche alla popolazione, ma soprattutto continuamente aggiornate.
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1 commento su “Dalla pronazione alla budesonide: le cure domiciliari Covid in India”
Mattia C
(26 Aprile 2021 - 15:29)Articolo interessantissimo. Notevole come una nazione da più di un miliardo di abitanti si tenga aggiornata praticamente “in tempo reale”