Ucraina: con la guerra anche il fronte dell’emergenza sanitaria

Non solo Covid, ma anche HIV e Tubercolosi. Dopo la dichiarazione di guerra pronunciata da Putin contro l’Ucraina all’orizzonte una grave crisi umanitaria.

Il 23 febbraio, il giorno precedente allo scoppio della guerra, il Ministero della Salute ucraino comunicava oltre 25 mila nuovi contagi da Covid-19. Questo in una regione che stava già vivendo una delle più grandi epidemie di HIV con stimate 250 mila persone infette, delle quali la gran parte ignora la propria condizione (Fonte: USAID). Inoltre il sistema sanitario ucraino aveva già di fronte a sé il problema della tubercolosi, in una nazione dove il 27% dei pazienti è affetti dall’infezione tubercolare resistente ai farmaci (in sigla DR-TB). Già lo scorso dicembre la reporter Sharmila Devi scriveva sul Lancet come le tensioni Russia – Ucraina ostacolavano l’accesso all’assistenza sanitaria, in particolare nelle regioni di conflitto dell’Est dove “per le agenzie umanitarie diventava sempre più difficile ottenere i permessi delle autorità per portare operatori di soccorso e merci”. La reporter scriveva come nelle regioni contese dell’Est anche le stesse strutture sanitarie venivano spesso distrutte.

I numeri dell’emergenza ed il racconto di chi lavora sul campo

Adesso che il conflitto è iniziato si stimano circa 5 milioni di profughi in fuga dall’Ucraina; ma i numeri potrebbero essere ben più alti in una nazione dove già ben prima della guerra si stimavano 3,4 milioni di persone con necessità di assistenza umanitaria, dei quali 1,5 milioni proprio con necessità di assistenza sanitaria.

Cercando una voce di chi opera sul campo, sono toccanti le parole del Presidente della Onlus Soleterre Dott. Damiano Rizzi, che ai microfoni del Tg1 racconta dei bambini malati di tumore che adesso devono “difendersi anche dalle bombe” rifugiandosi negli scantinati delle loro case di accoglienza. Spiega come dal 24 febbraio diversi interventi chirurgici sono stati rinviati e racconta come “stiamo facendo miracoli per non interrompere le chemioterapie”.

L’appello per il sangue e come aiutare i più piccoli: la guerra raccontata nei Tweet

Adesso i Tweet del Ministero della Salute ucraino non raccontano più i numeri dell’emergenza Covid-19, invece pregano la popolazione di donare il proprio sangue per la cura dei feriti. E poi c’è la paura dei più piccoli al suono delle bombe, ed ecco dunque il Tweet del Ministero che spiega come aiutare i bambini a superare una situazione di ansia. Pregando così che quegli occhi si riaprano scintillando su un nuovo giorno di pace, e quello che è passato sembrava solo un brutto sogno.



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Autore dell'articolo: Fabio Pirracchio

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