Un decreto legge dopo l’altro: la situazione contro Omicron

Proprio con la vigilia di Natale sono stati introdotti, per tutti gli italiani, nuovi obblighi a seguito della pubblicazione del decreto legge n. 221 del 24 dicembre 2021 con l’intento di impedire il diffondersi dei contagi da “variante delta” ed “omicron”. Ma, a distanza di pochi giorni, ecco un nuovo decreto legge, il n. 229 del 30 dicembre 2021 “Misure urgenti per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 e disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria” immediatamente pubblicato, come il precedente, sulla Gazzetta Ufficiale. Viene esteso, con inizio dal 10 gennaio e fino al termine dello stato di emergenza  fissato per ora al 31 marzo prossimo, l’uso del “green pass rafforzato” a diverse attività: alberghi e strutture ricettive, centri congressi, sagre e fiere, feste conseguenti a cerimonie civili e/o religiose, ristorazione anche all’aperto, impianti sciistici, piscine e centri sportivi, centri  culturali, sociali e ricreativi; mezzi di trasporto anche locali e/o regionali. La capienza degli impianti sportivi viene ridotta al 50% per quelli all’aperto ed al 35% per quelli al chiuso. Per tutto il periodo di 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale primario o dalla guarigione, come anche dopo la vaccinazione col “booster” (richiamo), per quanti hanno avuto contatti con positivi al Covid-19 non viene applicata la quarantena precauzionale, ma rimane l’obbligo dell’uso della mascherina FFP2 per 10 giorni e il dover effettuare, alla fine, un test antigenico rapido o molecolare. Per quanti sono ancora in attesa di poter effettuare il “booster” dopo avere effettuato la seconda dose da oltre 120 giorni, è prevista la quarantena di 5 giorni. Nel proprio giro del mondo la “variante omicron” avrebbe colpito diversi componenti della base belga in Antartide “Princess Elisabeth”, pur essendo vaccinati e negativi prima della partenza avvenuta dal Sud Africa.Dal 3 gennaio, oltre al Trentino, con le Province Autonome di Trento e Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Marche e Calabria, passano in “zona gialla” le Regioni Piemonte, Lombardia, Lazio e Sicilia a seguito dello sforamento dei tre parametri previsti: incidenza settimanale di nuovi contagi ogni 100 mila abitanti pari o superiore a 50 casi, tasso di occupazione di posti letto ospedalieri in reparti ordinari al 15% e quelli in terapia intensiva al 10%. Addirittura si prospetta a breve per il Piemonte il passaggio a “zona rossa”.

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Autore dell'articolo: Mimmo Pirracchio

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