Covid: la situazione in Italia fra booster, omicron e colori

Di già una prima circolare, a firma del direttore generale del Ministero della Sanità, Giovanni Rezza, del 27 settembre scorso, aveva indicato l’avvio della somministrazione di dosi “booster” nel’ambito della campagna di vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, come richiamo dopo un ciclo vaccinale primario a favore di soggetti con età superiore ad 80 anni e al personale, compresi gli ospiti delle varie R.S.A (Residenze Sanitarie Assistenziali). La medesima somministrazione era prevista, in un momento successivo, anche “agli esercenti le professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario che svolgono le loro attività vaccino nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali“, utilizzando uno qualsiasi dei due vaccini a m-RNA autorizzati in Italia (Comirnaty di BioNTech/Pfizer oppure Spikevax di Moderna), dopo almeno sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale. L’efficacia del vaccino, infatti, secondo evidenze scientifiche, tende a diminuire dopo 180 giorni dall’ultimo somministrazione, contrariamente a quanto previsto in un primo momento dalle direttive ministeriali con l’indicazione dapprima della validità del “green pass” a 12 mesi per poi ridurla quasi subito a 9 mesi.

Zone gialle al Nord ed alcuni comuni zona rossa al Sud

Pochi ancora i casi di “omicron” in Italia dove risulta predominante la “variante delta”; si trovano attualmente in “zona gialla” il Friuli Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Bolzano (quest’ultima con 36 comuni su 116 in “zona rossa”) e da lunedì 13 dicembre anche la Calabria, permangono alte le possibilità anche per la Provincia Autonoma di Trento e le Regioni Veneto, Valle d’Aosta, Liguria, Marche e Lazio. In Sicilia “zona arancione” per Militello in Val di Catania, Comune di origine del presidente regionale Nello Musumeci, San Michele di Ganzaria ed Itala, ma diversi altri Comuni (oltre 20) delle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Messina, Palermo, Ragusa e Siracusa sono altrettanto a rischio

Il progetto di ripristino degli hub vaccinali

Diverse Regioni stanno per provvedere al ripristino di” hub” vaccinali chiusi e di ospedali dedicati alle terapie intensive anti Covid-19; proprio in Calabria si susseguono gli appelli per la riapertura dell’Ospedale di Cariati in provincia di Cosenza, ultimo quello di Roger Waters dei Pink Floyd. Il prossimo 16 dicembre dovrebbe partire in tutta Italia la somministrazione ai bambini ed alle bambine della fascia di età 5-11 anni della dose ridotta del vaccino Comirnaty della BioNTech/Pfizer. Il flacone si presenta con un tappo arancione, per distinguerlo da quello per le altre fasce di età. La circolare ministeriale emanata il 7 dicembre scorso prevede: “Comirnaty 10 mcg/dose viene somministrato, dopo diluizione, per via intramuscolare (preferibilmente in regione deltoidea del braccio) come ciclo di 2 dosi (da 0,2 ml ciascuna) a distanza di 3 settimane l’una dall’altra“. In particolari casi sarà prevista la somministrazione di una dose addizionale almeno 28 giorni dopo la seconda dose. Dovrebbero essere previsti, in ogni hub vaccinali percorsi dedicati esclusivamente a tutti i bambini con precedenza a quelli più fragili ed a rischio di contrarre la malattia grave. La prenotazione per il vaccino anticovid per i bambini e le bambine sarà analoga a quella già in vigore con il coinvolgimento dei pediatri. Dal 15 dicembre scatta pure l’obbligo vaccinale per il personale docente e non docente di tutte le scuole, per medici, per infermieri e le forze dell’ordine.

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Autore dell'articolo: Mimmo Pirracchio

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