Green Pass base e rafforzato: differenze e regole dal 6 dicembre

Qualcuno lo ha definito “l’eclissi dei non vaccinati”, ricordando l’eclissi parziale del sole visibile nell’Antartide ed in alcuni Stati dell’emisfero meridionale lo scorso 4 dicembre. Da domani 6 dicembre, infatti, entrerà in vigore in Italia il “super green pass” e sarà valido fino al 15 gennaio 2022 per tentare di arginare i contagi da Covid-19 ed impedire eventuali nuove chiusure. Le misure più rigide per i non vaccinati verranno applicate già nella “zona bianca” ed il “green pass” assume due aspetti: quello rafforzato sarà consegnato alle persone vaccinate o guarite, quello base a coloro che si sono sottoposti al tampone molecolare, validità 72 ore, oppure a quello antigenico, validità 48 ore. Il riconoscimento della validità del green pass verrà effettuato dalla nuova applicazione “Verifica C19”, sviluppata dal Ministero della Salute in collaborazione con il Ministero dell’Innovazione Tecnologica. Il “green pass base” sarà necessario per poter viaggiare su metropolitana, autobus e treni regionali: esentati i minori di 12 anni e quanti esenti dalla campagna vaccinale. Il “super green pass” servirà per le attività al chiuso, anche in “zona bianca”, come bar, ristoranti, impianti sportivi, discoteche, feste, spettacoli, cerimonie in pubblico. Per potersi recare al lavoro diventa sufficiente il tampone negativo. In “zona gialla” che, oltre il Friuli Venezia Giulia, interesserà anche la Provincia Autonoma di Bolzano con 36 comuni in “zona rossa”, è obbligatorio l’uso della mascherina anche all’aperto: obbligo che diversi sindaci di città e l’intera Regione Sicilia, anche se in “zona bianca”, hanno adottato, in alcuni casi anche con l’introduzione dei sensi unici pedonali per evitare assembramenti. Nel caso di passaggio a “zona arancione” solamente i possessori del “super green pass” o rafforzato potranno accedere alle varie attività. In “zona rossa” scattano per tutti limitazioni agli spostamenti e chiusure. Nelle prossime settimane il rischio di cadere in “zona gialla” potrebbe interessare le Regioni Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Marche, Lazio e Calabria dove i tre parametri previsti dalla legge (incidenza di casi superiore a 50 su 100 mila abitanti, tasso di occupazione posti letto in terapia intensiva superiore al 10% e nei reparti in terapia ordinaria superiore al 15%) puntano a superare i limiti.

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Autore dell'articolo: Mimmo Pirracchio

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