L’alfabeto delle varianti Covid: dal greco al politicamente corretto

Dal Sudafrica si sta propagando nel resto del mondo una nuova variante del Covid-19, la omicron, ovvero B.1:1529. Lo scorso mese di maggio l’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha iniziato ad usare l’alfabeto greco per la classificazione delle varianti man mano scoperte. Il nome alpha è stata data alla variante inglese, successivamente la beta è stata assegnata ad un’altra variante individuata proprio in Sudafrica, denominata inizialmente come B.1.351, alla terza quella brasiliana assegnata la lettera gamma; quella indiana, nota come B.1.617, suddivisa in sottovarianti con la più contagiosa la B.1.617.2, ha avuto assegnato il nome delta. In presenza di altre varianti via via identificate in vari Stati, l’ultima identificata in Sudafrica avrebbe dovuto avere assegnato il nome della tredicesima lettera, la “nu”, ma, secondo fonti provenienti dalla stessa O.M.S. non meglio precisate, è stata evitata per impedire l’assonanza con la parola inglese molto conosciuta “new”, cioè nuovo. Ma nei fatti è saltata anche la lettera “xi” greca perché simile al cognome dell’attuale presidente della Cina, Xi Jinping, paese dal quale è partita la pandemia, e che, per i prossimi giochi olimpici invernali in programma a Beijing dal 4 al 20 febbraio 2022 e quelli paralimpici dal 4 al 13 marzo 2022, ha deciso la totale chiusura dei confini a quanti volevano assistere alle varie competizioni sportive, così come ha fatto il Giappone con le Olimpiadi estive.

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Autore dell'articolo: Mimmo Pirracchio

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