Covid-19: la genetica svela due coronavirus

Un nuovo studio, appena pubblicato da un gruppo di ricercatori cinesi sulla rivista National Science Review, rivela che l’infezione Covid-19 sarebbe sostenuta da due coronavirus distinti ma strettamente correlati tra di loro. Innanzitutto a livello genetico il nuovo coronavirus, indicato dai ricercatori con la sigla SARS-CoV-2, è “somigliante” al 96,2% ad un altro conoravirus dei pipistrelli isolato nella provincia cinese di Yunnan. Questo dato, insieme ad altri risultati, conferma che il salto di specie dall’animale all’uomo si è verificato molto di recente. Viene riportato dagli stessi ricercatori come la somiglianza genetica con il virus della SARS è pari al 79%, mentre con il virus della MERS sarebbe del 50%. Inoltre per generare l’infezione nell’uomo il nuovo coronavirus si lega allo stesso recettore cellulare umano che viene sfruttato dal virus della SARS. Ma soprattutto lo studio dei ricercatori cinesi definisce due distinti ceppi del nuovo coronavirus SARS-CoV-2: il Ceppo o Tipo L ed il Ceppo o Tipo S. Questi sono stati individuati attraverso due piccole variazioni del loro codice genetico.

Le caratteristiche del coronavirus Tipo S e del Tipo L

Lo studio delinea non solo le sottili differenze genetiche tra i due tipi coronavirus L ed S, peraltro strettamente imparentati tra di loro, ma mette in luce anche i dati epidemiologici e la storia evolutiva dei due virus. Secondo i ricercatori cinesi prima si è sviluppato il coronavirus Tipo S, e successivamente a causa di alcune mutazioni si è da questo sviluppato il Tipo L. Quest’ultimo è quello che risulta maggiormente diffuso in Cina, con prevalenza pari a circa il 70%. Il virus L sarebbe dunque più “aggressivo”, nel senso che avrebbe maggiore capacità di diffondersi nella popolazione.

Alcune ipotesi e sviluppi futuri

E’ ancora oggetto di studio quando questa differenziazione fra i due virus sia avvenuta, ovvero se nell’uomo oppure nell’ospite animale. L’infezione contemporanea dei due virus nella stessa persona è purtroppo una possibilità: viene riportato infatti un caso annedotico avvenuto negli Stati Uniti. Comunque secondo i ricercatori le misure di contenimento messe in atto a livello sia locale che globale hanno effetto anche sulla frequenza di infezioni causata dai due ceppi di virus; quest’ultimo è un aspetto scientifico ancora da approfondire.

Autore dell'articolo: Fabio Pirracchio