Delpini: “In questo tempo desolato professiamo la nostra speranza”

MILANO – Dal Duomo di Milano in occasione della Veglia Pasquale, nel cuore di una delle città più ferite dalla pandemia, l’Arcivescovo Mario Delpini così esprime la speranza di un nuovo inizio: “Accogliamo l’annuncio del nuovo inizio, come al principio Dio creò il cielo e la terra, così come al grido del suo popolo Dio rispose chiamandolo a libertà verso la terra promessa, così in questo tempo si pone una nuova creazione, la Pasqua del Signore!”. Tuttavia l’Italia soffre ancora per i troppi morti da Covid-19, così come la gioia e la speranza di vivere sono schiacciati dalle restrizioni. E dunque nella sua omelia l’Arcivescovo Delpini ricorda il tragico momento che stiamo vivendo: “In questo tempo desolato per troppi morti, per il troppo soffrire, non senza strazio, professiamo la nostra speranza. Celebriamo l’alba del primo giorno, l’inizio del tempo nuovo, giorno di nuove visioni, degne di stupore e di esultanza”.

Tuttavia spiega Delpini come le soluzioni non sono dietro l’angolo: “Non diventano facili le cose difficili, non sono scacciate per sempre la fame, la guerra, le ingiustizie. Non sono debellate per sempre le malattie e le epidemie, ma questo è l’inizio della nuova creazione, perché un popolo nuovo percorre la terra”. E precisa: “Il popolo nuovo non è una nuova etnia, non parla una lingua nuova, non abita in un giardino di delizie, il popolo è nuovo perché ha ricevuto un cuore nuovo, ospita uno spirito nuovo”. E dunque parola chiave della Pasqua, anche in questo tempo difficile, è la gioia “La gioia non per la ingenua evasione, ma per la promessa dell’invincibile speranza, la morte è stata vinta”. Durante la celebrazione l’Arcivescovo ha battezzato e cresimato due catecumeni.

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Autore dell'articolo: Fabio Pirracchio