31 maggio: World No Tobacco Day 2020

Visto l’impiego di sofisticate strategie di marketing al fine di attirare i più giovani verso l’uso del tabacco, la campagna lanciata quest’anno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) è incentrata proprio sul “de-marketing”. Sono infatti gli aromi usati nei prodotti del tabacco e della nicotina ad attirare i giovani, come ad esempio la ciliegia, la gomma da masticare e lo zucchero filato; aromi che inducono a sottovalutare i rischi concreti per i polmoni e, in generale, per la salute. Campagna anti-fumo ancor più importante adesso, visto che diversi studi sottolineano come i fumatori hanno un maggior rischio, se contraggono l’infezione da Covid-19, di sviluppare una malattia più grave (fonte WHO).

In Italia l’abitudine al fumo risulta ancora molto diffusa: secondo i dati del “Rapporto 2018 sulla prevenzione e controllo del tabagismo” del Ministero della Salute, presentato lo scorso anno, i decessi in Italia vanno dai 70 mila agli 83 mila. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.) nell’anno 2019 i fumatori sarebbero più di 11,6 milioni, pari al 22% della popolazione, con i giovani tra i 14 e 17 anni la cui percentuale arriva all’11,1%, mentre anche la percentuale di donne fumatrici è in crescita.

E’ stata la XLII Assemblea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il 17 maggio 1989 con due risoluzioni, WHA39.14 WHA41.25, ad istituire la “Giornata mondiale senza tabacco“. A gennaio di quest’anno un disegno di legge, presentato da diversi parlamentari prevede il divieto del fumo negli spazi aperti: tale divieto è stato introdotto in Australia con la città di Melbourne diventata ormai “smoke free” e a New York dal 2002 vige la “Smoke Free Air Act” che impone l’alt al tabacco in tutti i locali pubblici. In Italia la Legge del 16 gennaio 2003 “Tutela della salute dei non fumatori” ha previsto il divieto di fumo in tutti i luoghi chiusi, divieto esteso nel 2013 alle aree all’aperto di pertinenza di scuole e, successivamente, dal 2016 alle pertinenze esterne di ospedali ed istituti di ricovero e cura. 

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Autore dell'articolo: Mimmo Pirracchio